Cerca nel sito...
Accedi Registrati
Ti manderemo una mail per resettare la tua password

Bassorilievo con musiciste, Saqqara (1185 - 1070 a.e.v.)

Brooklyn Museum, New York

Suonatrice di tamburello, Antinopoli (II sec. e.v.)

Dipartimento Antichità egizie del Louvre, Parigi / Musée Saint-Raymond, Toulouse

Oceanum Dish, Mildenhall Treasure (IV sec. e.v.)

British Museum, Londra

Allegorie di Virtù e Vizi, Palazzo Ducale Venezia (1340 - 1355)

Ph. Giovanni All'Orto

La musa Erato, Tarocchi del Mantegna (XV sec.)

Ph. Dudley P. Allen Fund, The Cleveland Museum of Art

Costumi asturiani, François Roger de Gaignières (1572)

Biblioteca Nazionale di Francia, Parigi

Una scena di convivialità a corte, Mir 'Ali Shir Nava'i (1580)

Metropolitan Museum of Art, New York

Il lamento di Aminta, Bartolomeo Cavarozzi (1625 ca.)

Museo del Louvre, Parigi

Affresco nel palazzo di Chehel Sotoun a Esfahan, Iran (XVII secolo)

Ph. Amir Pashaei

La fontana dell'amore, Francois Boucher (1748)

Getty Center, Museum South Pavilion, Los Angeles

Suonatore di barrel organ e donna con tamburello, Perkois & Prins (1818)

Rijksmuseum, Amsterdam

Il ritorno dalla festa della Madonna dell'Arco vicino a Napoli, Leopold Robert (1827)

Museo del Louvre, Parigi

Frame Drum Atlas

Le percussioni sono tra i più antichi strumenti musicali creati dalla specie umana, e anche tra i più longevi: abbiamo iniziato a suonare a ritmo nel Neolitico (forse anche prima) e continuiamo a farlo ancora oggi. Il TAMBURO A CORNICE – un particolare tipo di strumento a percussione – è tra i più diffusi geograficamente e storicamente; originariamente strumento femminile, si ritrova praticamente in ogni parte del mondo. Il progetto dell’ATLANTE DEL TAMBURO A CORNICE IN AREA EUROMEDITERRANEA nasce per mettere insieme la documentazione relativa alle pratiche legate al tamburo a cornice dal periodo pre- e protostorico fino al presente – nell’area geografica che comprende Europa, Nord Africa e Vicino e Medio Oriente. FRAME DRUM ATLAS raccoglie reperti archeologici, documenti testuali e opere artistiche (dipinti, bassorilievi, miniature, sculture etc.) in cui viene raffigurato lo strumento durante i secoli, insieme a documentazione fotografica e audio/video di strumenti moderni e alle storie di vita di suonatrici e suonatori viventi o delle generazioni precedenti alla nostra. FRAME DRUM ATLAS è un progetto di ricerca transdisciplinare che, a partire dalle forme contemporanee di danza e musica di tradizione, ne indaga storia, origini e relazioni con le forme del sacro, facendo dialogare tra loro campi di studio eterogenei: etnomusicologia ed etnocoreutica, storia e archeologia, antropologia del sacro, etnobotanica e antropologia delle droghe, storia dell’arte, iconografia e gender studies. Rispetto a questa ultima disciplina in particolare, desideriamo evidenziare come l’esistenza attuale e contemporanea di società matrilineari e matriarcali, e le ricerche oggi finalmente intraprese su quelle storicamente documentate (cfr. gli studi della Goettner-Abendroth) ci spinge a credere che raccontare altre e differenti storie non sia soltanto necessario, ma doveroso: perché una storia, quando non viene raccontata, smette di esistere. È necessario dunque ricostruire un punto di vista ‘altro’ sul mondo, che è mancato per troppe migliaia di anni, ricucendo insieme le tracce di racconti antichi, nascoste in filigrana tra le righe della narrazione ufficiale; tracce che, una volta messe insieme con paziente lavoro di tessitura, mostrano una struttura coerente e illuminante. Per questo motivo sono stati pensati specifici approfondimenti: la pagina ‘Protagonist*’ è dedicata alle biografie di donne (e uomini) del passato o del presente che si intrecciano con la storia del tamburo a cornice; i reperti, i personaggi e i contesti che hanno una connessione con la storia ‘queer’ sono messi in evidenza tramite i colori della bandiera arcobaleno. Specifiche schede e percorsi sono pensati per le/gli utenti più giovani. È un progetto ambizioso, ma all’ambizione si accompagna una grande umiltà che fa dell’Atlante un percorso ancora tutto in costruzione: pur avendo come precedente il notevole lavoro di ricerca di LAYNE REDMOND (When the Drummers were Women. A spiritual history of Rhythm), l’Atlante è un esperimento mai tentato prima d’ora; dunque ci stiamo muovendo a piccoli passi e per aggiustamenti continui: sia la mappa che i criteri di presentazione e narrazione di oggetti, fatti, pratiche culturali si vanno modificando durante il lavoro, e continueranno a farlo man mano che il quadro d’insieme andrà delineandosi più chiaramente e intrecci, connessioni, e legami tra pratiche e periodi storici prenderanno forma. Infine, è un progetto che vuole essere condiviso: accogliamo con piacere (anzi, le desideriamo fortemente) collaborazioni ma anche semplici segnalazioni (fatte seguendo i criteri minimi usati per costruire le schede), suggerimenti, materiale relativo sia a nuovi reperti/documenti/immagini che alla bibliografia relativa, passata e recente. Il materiale caricato sull’ATLAS è ancora solo un decimo dei nostri archivi, e altro materiale arriva man mano che la ricerca procede. Dunque, ogni proposta di collaborazione è benvenuta (vedi CONTATTI).

Il tamburo a cornice compare nelle più antiche attestazioni archeologiche legate alla musica e alla danza in Sicilia e nel Sud Italia, in connessione con una cultura che si intreccia profondamente con le trame del femminile, legata a quelle entità semidivine che sono chiamate, con termine forse pre-greco, ‘Ninfe’: figure mitologiche considerate marginali nel pantheon ellenico ma che, a uno studio più approfondito, risultano essere personaggi chiave della versione siciliana del mito su Demetra e Kore (ninfa essa stessa), e più in generale figure centrali del sacro al femminile nel Mediterraneo, nonché donne in carne ed ossa: sacerdotesse e musiciste.
Le Ninfe sono infatti fortemente legate alla MUSICA e alla DANZA: come racconta Menandro nel Dyskolos era tradizione vegliare nelle feste notturne in onore delle Ninfe bevendo e danzando accompagnati da auloi, tamburelli, castagnette, cembali. Altre fonti testimoniano del legame tra Ninfe e acque sacre, e che il culto loro tributato poteva prevedere sia la creazione di giardini creati in loro onore, che di spazi (choròs) apprestati per le loro danze. Timeo, storico siceliota, racconta come «fosse costume in Sicilia offrire sacrifici alle Ninfe di casa in casa e passare l’intera notte, ebbri, vicino alle loro statue e danzare attorno alle divinità». Ancora, nei contesti rituali prenuziali le fanciulle in età da marito dedicavano alle Ninfe e ad Artemide i loro tympana (tamburi a cornice), simbolo dello status virginale. Le migliaia di terracotte votive di auletriai (suonatrici di aulos), tympanistrie (suonatrici di tympanon) e danzatrici ritrovate presso i “santuari dell’acqua” in tutto il territorio siciliano e del Sud Italia testimoniano di esecuzioni coreutiche e musicali rituali, e del legame delle Ninfe con la musica e la danza. Similmente, sacerdotesse e devote di Astarte/Tanit o Aphrodite Ericina suonano i tamburi nei culti della zona di influenza fenicio-punica del Mediterraneo.

Danza, percussione, voce sono ancora oggi inestricabilmente congiunte nel mondo culturale del Sud Italia (l’antica Magna Graecia) e della Sicilia: è la cosiddetta “area della Tarantella”, una danza “in rota” erede dei cerchi di Ninfe di origine pregreca. In una linea ininterrotta documentata almeno dall’VIII sec. a.e.v. le stesse donne che suonavano i tamburi erano pragmatiche erboriste e curatrici, ostetriche e donne di medicina con una forte spiritualità – prima ‘pagana’ e oggi cristiana – che intreccia l’efficacia delle erbe a quella psicologico-emotiva delle orazioni e dei canti e a quella fisico-percettiva della musica e della danza.

Tracce o trasformazioni di questi culti continuano in epoca romana e medievale e perdurano fino ad età moderna, nonostante le pratiche femminili legate a fonti ed acque vengano prima perseguitate, poi assorbite e rielaborate dalle tre religioni del Libro – cristianesimo, ebraismo ed islam – in un’opera di ri-funzionalizzazione dei culti che conserva la sacralità legata a specifici luoghi, ma la riconverte al culto ufficiale: in questo processo di cambiamento sociale, politico e religioso, le pratiche che coinvolgono il tamburo a cornice subiranno ostracismi, divieti, trasformazioni anche radicali. Questa storia non riguarda solo la Sicilia: in tutto il Mediterraneo e nell’Antica Europa il tamburo a cornice sembra nascere, con una storia documentata dal Mesolitico in avanti, come strumento cultuale femminile; di questi culti rimangono tracce – seppur rifunzionalizzate, riqualificate e talvolta totalmente trasformate – fino ad oggi.

Filtra per

Periodo
Preistoria e protostoria
La rivoluzione neolitica (X – I millennio a.e.v.)
Le tre religioni del Libro (IX sec a.e.v. – VII sec e.v.)
Età greco – romana (753 a.e.v. – 476 e.v.)
Alto Medioevo (476 – 1000)
Tardo Medioevo (1000 – 1492)
Rinascimento ed età moderna (XV – XVIII secolo)
Grand Tour (XVII – XIX secolo)
XIX – XX secolo
Tamburellist* modern*
Temi
Zingara, Donna d’oriente e Odalisca con tamburello
Tarantismo
Tarantella
Donna con tamburello
Streghe
Lamentatrici funebri
Giocolieri, Circensi e Commedia dell’arte
Angeli e Putti musicanti
Santuari e Ninfei
Dei ed Eroi
Dee
Sirena musicante
Ninfe e Muse
Baccanti / Menadi e cortei dionisiaci
Triadi femminili
Ensemble di musiciste
Travestitismo rituale e androginia
Trionfo di David
Sciamanesimo
Miriam e le donne di Israele
Strumenti
Pandero Cuadrado
Duff
Adufe
Tamburo Saami
Tamburo Siberiano
Tympanum
Tof o Toph Miriam
Timbrel
Tbn
Tar
Tammureddhu
Tammorra
Tambourin o Tambour de Basque
Tamburello
Riqq o Req
Pandereta
Mazhar
Ghirbal
Daf – Dâyereh
Cembalo
Bodhrán
Bendir
Balag-Di
Supporto
Arte rupestre
Manufatto in corno
Manufatto in avorio
Manufatto in terracotta / ceramica
Manufatto in legno
Manufatto in bronzo
Manufatto in argento
Stele / Edicola funeraria
Scultura
Mosaico
Miniatura
Dipinto
Disegno
Stampa
Moneta
Tessuto
Immagine fotografica
Registrazioni audio / video
Fonte testuale